Leggere questo libro per me è stata una grande emozione, che mi ha accompagnato, dandomi del tu, attraverso le molteplici sfaccettature delle implicazioni psicologiche di chi vive situazioni troppo spesso taciute e represse. Quando dico che il testo mi ha dato del tu non lo dico in maniera allegorica. Stefania riesce a trovare un espediente formidabile nel rivolgersi direttamente ai figli di genitori con disturbo mentale, gli si rivolge in prima persona. È un vero e proprio prenderli per mano e farli sentire accolti da una comunità. Nel libro non vengono elencate soltanto le caratteristiche negative e dolorose di esperienze come la loro, ma anche quel tipo di talenti che una situazione del genere può far scaturire. Resilienza, volontà, espressività emotiva, senso dell’umorismo, affidabilità, empatia… sono solo alcune delle qualità che Stefania evidenzia e che servono per ridare la carica, far ripartire e dare speranza. A un tratto del testo si dice espressamente che se non si ritiene di ricevere sufficienti informazioni dal Centro di Salute Mentale si può benissimo mostrare alle persone che lavorano nel centro questo stesso libro, spiegando che la salute del proprio genitore ha un forte impatto sulla propria vita. In questo modo il libro esce dall’astrazione del linguaggio per diventare vera e propria arma per difendere se stessi e costruire un nuovo futuro.
Volevo ringraziare Stefania per averlo scritto. È un testo pionieristico, scritto in maniera chiara e fluente. Specialistico ma accessibile a tutti, che prende in considerazione ogni aspetto del tema che tratta. Insomma una grande mini guida.